La Wada si è espressa sulla contaminazione da Clostebol del tennista Jannik Sinner: dopo la squalifica, tra gli sportivi scatta il terrore.
Dopo quasi un anno, la Wada, l’agenzia mondiale dell’antidoping, si è espressa sulla contaminazione da Clostebol che ha riguardato il numero uno del tennis Jannik Sinner. Il caso Clostebol, scoppiato lo scorso maggio, con la contaminazione avvenuta a seguito della pomata utilizzata dal suo preparatore atletico per sfiammare le gambe, ha scatenato il caos nel mondo dello sport.

Per mesi Sinner e il suo staff si sono battuti contro il Tribunale di Losanna per evitare pesanti ripercussioni. Ora, il processo è terminato con una sentenza inaspettata: tre mesi di squalifica, che fortunatamente incideranno poco sulla carriera e sul ranking dell’altoatesino. Sinner riuscirà a rimanere il numero uno nella classifica mondiale e tornerà in campo in estate.
La sentenza del Tribunale: tre mesi di squalifica per Jannik Sinner. Le riflessione di una sportiva
Alla fine, la Wada ha dovuto dare un esempio, per evitare eventuali contestazioni e risarcimenti, evitando quindi un precedente e rispettando le normative applicate da decenni riguardo l’uso di sostanze dopanti. Pur essendo stata una semplice contaminazione, e nonostante il rilevamento di livelli di Clostebol quasi irrilevanti, Jannik Sinner ha rischiato tantissimo.
A seguito della vicenda, però, dal prossimo anno potrebbero cambiare le regole, dando una maggiore sicurezza agli sportivi. Il caso Sinner ha infatti dato il via a una scia di contestazioni, scuotendo il mondo del tennis. Ma in questi giorni, sono tanti gli sportivi che si sono esposti, ponendosi al fianco di Jannik, affermando quanto le restrizioni imposte dalla Wada siano assurde e rischino di rovinare intere carriere.

Sulla questione, nelle ultime ore si è espressa anche la tennista bielorussa Aryna Sabalekna, reduce dal trionfo agli Australian Open, proprio come Sinner, la quale ha preso le difese dell’italiano, esponendo alcune riflessioni importanti ai giornalisti arabi. “Ho paura dopo quello che è successo con Jannik”, ha rivelato la sportiva, “non ho fiducia nel sistema antidoping del tennis”.
La tennista bielorussa Aryna Sabalenka spaventata dopo la sentenza di Sinner
La Sabalenka ha ammesso di essere spaventata dalle restrizioni imposte dalla Wada. Certe situazioni stanno creando scompiglio nel mondo del tennis, e l’atmosfera che si respira è decisamente tesa. Le regole antidoping fanno paura, dando origine a parecchi dubbi. “Prima non mi importava di andare in bagno, lasciando il mio bicchiere d’acqua sul tavolo del ristorante, ora non berrò più dallo stesso bicchiere”, ha proseguito la tennista.

Ai giornalisti della testata Dubai Duty Free Tennis Championships, la Sabalenka ha confidato di nutrire un certo timore, per ogni minima cosa. “Cominci a pensare se qualcuno abbia usato una crema particolare, e che ti fa risultare positiva al doping. Si tratta di un sistema che spaventa troppo, non potrei fidarmi di niente e di nessuno”.
Della stessa opinione la tennista statunitense Jessica Pegula, numero 5 nel ranking mondiale femminile. Anche lei, recentemente, si è espressa sulla normativa dell’antidoping, dichiarando che “Il processo non funziona. Questo processo non è un processo, inventano le sentenze, non è giustizia per gli atleti, è troppo incoerente”.